Molecole inaspettate

Oggi vi parliamo di una pianta che tutti conoscete ma che forse pochi di voi hanno visto in fiore. Si tratta della pianta del caffè (Coffea arabica L.) e una delle molecole che produce, la caffeina, ha cambiato in maniera improvvisa e definitiva la civiltà occidentale.

La caffeina è una sostanza chimica (per la precisione un alcaloide) molto versatile e certamente efficace: rallenta la crescita delle altre piante che potrebbero competere per lo spazio e il cibo, ostacola lo sviluppo dei funghi e avvelena gli insetti erbivori. Inaspettatamente ha su di noi, specie umana, un effetto stimolante e la caffeina ci aiuta a rispettare i nostri ritmi di lavoro e ci sostiene quando siamo stanchi: questo ha avuto una ricaduta inaspettata sulla storia economica e sociale dell’Europa.

La pianta del caffè è originaria degli altopiani dell’Etiopia. Da lì la sua coltivazione si è espansa fino alla penisola arabica (da qui il nome della specie) da dove i semi del caffè raggiungevano, dal porto yemenita di Moca (“ah, ecco!” direte voi), tutto il mondo arabo e dal XVII secolo anche l’Europa, dove la nuova bevanda ottenne un successo straordinario, non privo di oppositori:

Federico il Grande, proclama del 1777: ” È disgustoso notare l’uso crescente del caffè tra i miei sudditi e la quantità di denaro che di conseguenza lascia il paese. Il mio popolo deve bere birra. Sua Maestà fu cresciuta con la birra, e così i suoi antenati. Il Re non crede che da soldati che bevono caffè ci si possa attendere la forza di affrontare i disagi o di sconfiggere i nemici. Tutti usano il caffè. Se possibile questo deve essere evitato, Il mio popolo deve continuare a bere birra!”

Visto comunque il sempre maggiore interesse commerciale, alcune piante furono contrabbandate fuori dallo Yemen per impiantare coltivazioni di caffè nei possedimenti europei in Asia. Una di queste piante fu inviata all’Orto Botanico di Amsterdam e i ricercatori si accorsero che i territori olandesi nelle Americhe sarebbero stati perfetti per nuove piantagioni. Tutti i milioni di piante della varietà ‘Typica’ coltivati nel mondo discendono da quell’unico esemplare. Ma perché tanto interesse per il caffè, o per meglio dire per la caffeina?

Può sembrare strano, ma il mondo classico e il mondo medioevale, in occidente, non hanno mai avuto alcuna droga stimolante o eccitante.

Fino al medioevo la maggior parte dei lavori pesanti erano svolti da persone che iniziavano la giornata con una colazione a base di birra o, nell’Europa meridionale, di vino. A partire dal ‘600 la diffusione del caffè come bevanda del mattino sostituì maestranze intossicate e inaffidabili con gruppi di persone coordinate e piene di energia: i lavoratori sobri producono sempre di più e lavorano meglio di quelli ubriachi. Gli europei sono ricorsi alla caffeina per rispettare i loro ritmi di lavoro, per restare svegli quando avevano sonno, per avere un sostegno quando erano stanchi.

Curiosamente, i decenni in cui il consumo di caffeina si diffondeva in Europa furono gli stessi in cui si cominciò a misurare con precisione il tempo grazie a orologi sempre più precisi. Una molecola nata per combattere i nemici e un meccanismo creato dall’uomo si unirono per darci la civiltà che ora conosciamo.

 

P.s.: nonostante sia a volte indicata come “teina”, l’alcaloide presente nel tè ha esattamente la stessa formula chimica della caffeina; ma del tè vi parleremo quando saranno fiorite le piante che abbiamo in Orto Botanico

Un marzo insolito in Orto Botanico – prima parte

Premessa: #iorestoacasa #restiamoacasa e #iostoacasa son sempre i comportamenti migliori in questo periodo.

Detto ciò: in questo momento le fioriture in Orto Botanico sono assai numerose, e forse a qualcuno farebbe piacere vederle e sapere come si chiamano quelle piante. Abbiamo allora pensato di offrirvi alcune passeggiate “virtuali” per tenervi aggiornati e raccontarvi come procedono le cose. Per questa volta, pensando soprattutto ai più piccoli, lasciamo perdere i nomi scientifici (se però li volete sapere basta scriverci) e usiamo i nomi comuni: anche se ci sono alcune controindicazioni (la stessa pianta può avere nomi diversi e lo stesso nome può indicare piante diverse) sono certamente più facili da ricordare.

Oggi abbiamo fatto un giro in Orto Botanico e abbiamo fotografato solo piante spontanee, alcune molto diffuse (potete trovarle anche nelle aiuole spartitraffico!), altre un po’ più rare, che però potrebbe capitarvi di incontrare in qualche parco collinare. Cominciamo il nostro giro:

La primula è un grande classico in questo periodo dell’anno
la pervinca è piuttosto frequente sia nei margini dei boschi che nelle siepi
nei prati umidi è possibile trovare, con un po’ di fortuna, il Narciso
la Bocca di Lupo è piuttosto rara ma potrebbe capitarci di incontrarla in collina
il Ranuncolo cresce un po’ ovunque, anche sul ciglio delle strade
il Favagello preferisce i luoghi ombrosi di parchi e giardini
le Viole si trovano di solito sotto le siepi o nei prati
il Lamio si trova anche in città
Anemone bianca e Anemone gialla vivono nei boschi

Naturalmente le fioriture sono molto più numerose, ma avremo modo di risentirci.

#laculturanonsiferma